Pontebba, posta strategicamente al centro tra il Canal del Ferro e la Valcanale, si è trovata nei secoli a coprire un ruolo da protagonista nell’evolversi delle vicende storiche, culturali ed economiche dell’intero territorio. Il continuo avvicendarsi di fenomeni migratori e la presenza umana stanziale, hanno lasciato tracce importanti di popoli e culture diverse.
Una veloce sintesi delle vicende storiche di Pontebba si rende necessaria per meglio comprendere e apprezzare il contenuto dei vari siti e reperti evidenziati nella guida.
La presenza umana nel territorio sembra accertata nell’ultimo periodo dell’Età della pietra. Sin dalla preistoria l’agevole valico alpino ha consentito il transito di orde di barbari, eserciti e popoli di varie lingue e culture, che lasciarono testimonianze storiche e archeologiche di grande interesse.
La prima dominazione accertata nel nostro territorio fu quella di Roma, con Aquileia quale base politica e soprattutto commerciale, dal 181 a.C. fino al 476, che segna la fine dell’impero romano. Questa importante presenza di Roma ci riporta al II° secolo d.C., ad una guarnigione pretoriana posta a protezione dei suoi gabellieri per la riscossione dei dazi di confine.
Per molti secoli, dal 737 d.C. al 1420, al Patriarcato di Aquileia subentra un altro potere temporale e religioso, quello dell’Abbazia di Moggio Udinese per oltre sei secoli dal 1119 al 1773.
Una dominazione che ha lasciato segni perenni nella storia di Pontebba fu quella della Repubblica di Venezia, dal 1420 al 1797, quando il turbine di guerra delle armate di Napoleone invase l’intera Europa e nella notte del 17 ottobre del 1797 nella Villa Manin di Passariano i contendenti firmarono il “Trattato di Campoformido” e tutti i territori dell’ex Serenissima furono ceduti all’Austria. Dopo la seconda ondata bellica napoleonica nel novembre del 1805, tutto il Friuli fu aggregato al cosiddetto Regno d’Italia, ma già nell’aprile del 1809 l’esercito austriaco aprì le ostilità sul fronte nord-orientale del Friuli e le prime compagnie austriache attraversarono il ponte tra Pontafel e Pontebba e conquistarono vari territori in Friuli con gravi perdite in entrambi gli schieramenti. Le truppe francesi si riorganizzarono e passarono all’offensiva raggiungendo Pontebba e proseguendo fino a riguadagnare l’intero territorio dell’Alto Friuli.
Dopo varie vicissitudini politiche internazionali, spartizioni e trattati, dai primi anni del 1800 Pontebba fu annessa al Regno d’Italia che, con l’armistizio del 16 aprile 1814, si impegnò a cedere i territori del tarvisiano così che il confine con la Carinzia fu fissato proprio a Pontebba.
Il secolo fu segnato da importanti avvenimenti, da ricordare la grande partecipazione ai moti insurrezionali del 1848, l’anelito di libertà della popolazione e il Plebiscito del 1866 con l’annessione al Regno d’Italia.
Nell’800 Pontebba registrò un grande sviluppo sociale ed economico: nel 1836 si conclusero i lavori della strada statale 13 “Pontebbana” da Udine a Pontebba, lunga 69 chilometri, e nel 1879 fu inaugurata la ferrovia Udine-Pontebba.
Queste opere e la presenza del confine di stato consentirono uno sviluppo demografico e commerciale di vaste proporzioni. La cittadina attirava infatti molte forze lavorative e la presenza di uffici statali inoltre richiamava numerose famiglie e nuovi interessi divenendo, di fatto, la capitale mandamentale delle due vallate. La popolazione in un secolo aumentò da 1368 unità nel 1800 a ben 3828 nel 1901.
La Prima Guerra Mondiale portò lutti e distruzioni a Pontebba e a Pontafel, tanto che la cittadina fu definita “la martire del Friuli”. Per tre quarti il paese fu devastato dalle artiglierie, mentre si salvò, fortunatamente, la parte sud dell’abitato (l’attuale via Roma) e gran parte della popolazione fu costretta a lasciare le case e tutti i suoi averi.
Con il trattato di San Germano, firmato il 20 giugno del 1919, scomparve l’impero asburgico e all’Italia fu assegnato il territorio della Valcanale e del Tarvisiano ed il confine di Stato fu spostato a Tarvisio-Coccau.
Nel 1923 Pontebba e Pontafel (il vecchio paese dell’impero che era diventato Pontebba Nova) si riunirono in un solo Comune, nel 1924 fu inaugurato il nuovo grande Palazzo Comunale ed infine nel 1926 anche la frazione di San Leopoldo si unì al Comune di Pontebba.
Anche la Seconda Guerra Mondiale non risparmiò queste terre, ci furono molti lutti ma, per buona sorte, non avvennero distruzioni a seguito di combattimenti o incursioni aeree.
Lentamente, ma con caparbietà, la società locale riprese vigore. Le attività lavorative e lo spirito associativo diedero una nuova dimensione al Paese. Vecchie e nuove associazioni ripresero a pieno ritmo l’attività e vennero aperte nuove caserme con centinaia di militari. Pontebba diventa così, nuovamente, un punto nevralgico per le sue molteplici attività pubbliche e private, un vero centro Mandamentale con natali romani, anima veneziana e cuore friulano.